venerdì 22 novembre 2013

Musical_Mente


Tra le pagine del “Codex Atlanticus” (il Codice Atlantico con i manoscritti attualmente conservati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano) di Leonardo Da Vinci rimangono celate molte verità, risiedono segreti che solamente il tempo potrà svelarci.


Non esistono documenti che accertino se Leonardo abbia mai costruito le invenzioni e le creature ideate e pensate nel Codice, si ignora se queste creazioni restarono il frutto del suo Genio o se i suoi occhi o le sue orecchie videro o udirono ciò che la sua precorritrice Mente aveva ideato.


Sono serviti oltre cinquecento anni, di note atone su un foglio di carta, affinché l’uomo potesse costruire ciò che Leonardo aveva immaginato e descritto minuziosamente tra il 1470 e il 1480, in maniera altrettanto certosina, il pianista polacco, Slawomir Zubrzycki, ha costruito un elegante prototipo della Viola Organista, capace di riprodurre sulla tastiera di un pianoforte il suono degli strumenti a corda, uno strumento musicale a metà strada fra il clavicordo, l’organo e la viola da gamba.


Il debutto in un concerto presso l’Accademia di Musica di Cracovia ha raccolto l’ammirazione di pubblico e musicisti, ammaliati dall’opera d’arte e dalla sua capacità di trattenere le note all’infinito.
Intervistato Zubrzycki ha risposto: «È il suono del Genio».


Dopo tre anni e circa 5 mila ore di lavoro, è stato possibile ascoltare la melodia del prototipo della viola organista, caratterizzata da un perfetto ingranaggio tra tasti, corde d’acciaio e ruote avvolte in crine di cavallo con un effetto sonoro simile a quello di un insieme di strumenti ad arco.
Non è dato sapere se quello riprodotto fosse o meno il suono desiderato da Leonardo, ma ci accomuniamo alle dichiarazioni dell’Artista polacco: «Non ho idea di cosa potrebbe pensare Leonardo Da Vinci dello strumento che ho costruito, ma spero che gli sarebbe piaciuto».