Armi di distrazione di massa…
Quale definizione è più appropriata?
Da mesi si straparla di referendum… da anni non si
affrontano i reali problemi della gente!
Ognuno di noi assume una posizione personale, da partito preso, su referendum, taglio
della spesa, superamento del bicameralismo paritario, soppressione del CNEL…
Tifo da stadio… discussioni da bar dello sport!
I problemi dell’Italia sono il referendum? La legge
elettorale?
Si! Ed io sono Babbo Natale (visto l’approssimarsi
della feste natalizie)!
Questi possono essere i loro problemi, cercare di
riformare il diritto alla libera espressione di voto, per ri-garantirsi una
futura poltrona.
Ecco il testo del Decreto del Presidente della
Repubblica 27 settembre 2016, che corrisponde al quesito che troveremo riproposto
sulla scheda (forviante?):
«Approvate il testo della legge costituzionale
concernente
“Disposizioni per il superamento del bicameralismo
paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi
di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del
titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»
Il sito “http://www.interno.gov.it/it/speciali/referendum-costituzionale-4-dicembre-2016”
è un continuo rimando di informazioni poco informanti, alla pagina “http://elezioni.interno.it/faq.html”
speravo di trovare la risposta alla mia “naturale” domanda: quali sono queste disposizioni? Evidentemente
questa non rientra tra le 20 domande che ci dovremmo porre… per trovare il
testo della riforma devi accedere a diverse pagine finché non trovi un link che
ti conduce alla “GU Serie Generale n.88 del 15-4-2016”.
Prima di analizzare la semplificazione apriamo e
chiudiamo, immediatamente, qualche parentesi…
Chi ha scritto la Costituzione?
E adesso pensate a chi la vuole riformare?!?
Ritengo che il paragone è leggermente improprio!
Quale maggioranza ha approvato la Costituzione?
Questa riforma è stata approvata a colpi di
maggioranza, senza la minima condivisione!
È stata approvata da un Governo che non ha avuto nessuna
legittimazione popolare!
La nostra Costituzione garantisce la pluralità e la
Democrazia..
Questa riforma ha avuto la sua massima espressione
“democratica” nell’espediente del canguro,
per tagliare gli emendamenti proposti dalle opposizioni.
Tutti siamo d’accordo che in qualche è necessario
rifondare la politica e il modo di fare politica, ma le soluzioni che
vengono proposte sono realmente una riforma?
Superamento del bicameralismo paritario, riduzione
del numero dei parlamentari e contenimento dei costi di funzionamento delle
istituzioni (ovvero abbattimento dei costi della politica): di fatto il senato
rimane, sarà un organo elettivo di secondo grado ovvero non sarà più eletto dai
cittadini, ma (probabilmente...sicuramente) dalle segreterie politiche...i
costi? Sicuramente i cento nuovi senatori sono in numero dei predecessori, ma
non penso che viaggeranno per raggiungere i palazzi di Roma “gratuitamente”.
Di fatto la riduzione dei costi è irrisoria,
“ridicola” rispetto ai costi per la democrazia!
“Vincolo di mandato” è il titolo dell'articolo 8,
ma leggiamone il contenuto:...
Art. 8.
(Vincolo di mandato)
1. L’articolo 67 della Costituzione e'
sostituito dal seguente:
«Art. 67. - I membri del Parlamento
esercitano le loro funzioni
senza vincolo di mandato».
Nessun
vincolo di mandato o senza di vincolo di mandato sarebbe stato un titolo
più appropriato, in pratica si troveranno i soliti accordi per “galleggiare”
sulle spalle degli italiani.
Concretamente assistiamo all’espropriazione del
diritto di voto, all’usurpazione del diritto di eleggere i propri
rappresentanti...
Si sussegue la continua, costante diminuzione della
percentuale dei votanti, dovuta al senso di sfiducia degli elettori nei
confronti della classe politica, se a questo aggiungiamo:
- che la Camera dei Deputati, in virtù del premio
di maggioranza, è stata e sarà eletta dalla minoranza degli esercitanti il
diritto di voto;
- che è stata e sarà determinata da liste bloccate
decise dalle segreterie di partito;
- che il Senato della Repubblica dovrebbe essere
“composto da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni
territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente
della Repubblica;
- che queste istituzioni così formate dovranno
eleggere il Presidente della Repubblica e successivamente anche la Corte
Costituzionale;
- che i senatori una volta nominati vedranno il
loro mandato vincolato (questa volta veramente) alla durata del mandato
(considerato che le elezioni regionali e amministrative non avvengono
contemporaneamente in tutto il territorio nazionale, ci sarebbe un continuo
mutare della composizione del Senato)… concretamente al posto del bicameralismo
perfetto avremo il “caos alle camere”;
- che difficilmente si arriverà all’eliminazione
delle provincie (vedi il caso della Sicilia, trasformazione in Liberi Consorzi) e che anche queste diventeranno
organi elettivi di secondo grado;
ci rendiamo conto come si vuole privare il Popolo
di uno dei pochi strumenti che gli consente di decidere e di scegliere da chi
si vuole essere rappresentati.
I partiti ribadiscono la necessità di una legge
elettorale che garantisca la governabilità, ma sarà vero che con la riforma ci
sarà più stabilità di governo?
La stabilità è un problema loro, per non dire un
falso problema, considerato che in assenza di vincolo di mandato il giorno
successivo all’elezione ognuno di questi signori si sente autorizzato a fare
ciò che meglio gli conviene.
Il Popolo ha il diritto di essere rappresentato da
chi sceglie, dalle minoranze, che esprimono la pluralità, la varietà e la
diversità di pensiero!
Finora la Costituzione ha consentito il
mantenimento degli equilibri ed è stata la garanzia della Democrazia, con
questa riforma si smantella la struttura del nostro Stato e quindi sono a
rischio i diritti e le libertà.
La Camera non deve essere il luogo “comodo” dove
legiferare, ma deve il luogo di confronto di tutte le istanze provenienti dalla
gente e dai territori, che dovrebbero essere rappresentate da “onorevoli”
legati al territorio, che ne difendono il patrimonio culturale, i valori e le prerogative
socio-economiche e ecologico-ambientali.
Vogliamo veramente proporre una riforma? Istituiamo
il “vincolo di mandato”, chiunque venga eletto con un partito se non ne
condivide il percorso politico deve dimettersi, controlliamo realmente la
percentuale di assenze (in aula, in commissione, ecc.) alcune volte si assiste
a sedute, soprattutto se non è previsto voto, dove risultano presenti
pochissimi onorevoli.
Vogliamo realmente ridurre i costi della politica
(azione che non risolve i problemi del nostro paese, ma che pur sempre un
esempio) e allora perché non accettare la proposta di dimezzare lo stipendio
dei parlamentari!
Quanto costa ai cittadini questo referendum?
A tutto questo dobbiamo aggiungere l’atteggiamento
prossimo alla deriva di autoritarismo e al delirio di onnipotenza di alcuni
governanti.
Purtroppo per voi, le persone esistono e vostro
malgrado dovete tenere in considerazione le loro opinioni.
Probabilmente questo referendum servirà alla
maggioranza per rinserrare le fila, per dichiarare successivamente ai dati, anche
se vincerà il NO, che la percentuale raggiunta è una vittoria, che dall’altra
parte c’era presente una minoranza che non sarà mai compatta.
Qualcuno pensa che Il referendum servirà alla
maggioranza per attirare a sé i vari cespugli
che si sono allontanati, il ritorno all’ovile delle pecorelle smarrite, cercando
di dimostrare che l’unica via percorribile è quella del partito unico, che questo è l’unico
modo per contrastare il pericolo pentastellato,
che questo esperimento si deve proporre immediatamente, magari alle prossime
elezioni regionali in Sicilia!
Ma questo qualcuno perde di vista che “uno vale
uno” sempre! Che ogni elezione fa storia a sé, che la politica non è matematica,
ovvero che la somma delle percentuali spesso non assicura il risultato totale.
Infine è opportuno ricordare a questo qualcuno che
non è possibile prescindere dalla volontà degli elettori, che la dialettica e
il confronto possono solo arricchire, che la politica è nata per unire istanze
provenienti da diverse estrazioni sociali e non per dividere, ma probabilmente,
anche e soprattutto, in questo caso vige il Dīvĭdĕ
et īmpĕrā.
Accettare questa riforma equivale a firmare una
cambiale in bianco sul futuro dei nostri figli, equivale ad affidare nelle mani
dei soggetti che hanno portato l’Italia a questo stato di fatto il futuro dei
nostri figli.
Ribadisco la necessità di una riforma, ma questa
riforma propone di cambiare tutto per far sì che tutto rimanga inalterato…
cambiare tutto perché nulla cambi!
A questa riforma di gattopardiana memoria
#iodicono! In Sicilia “semu preni e figghiati” di questi cambiamenti!
“Se vogliamo che tutto
rimanga come è, bisogna che tutto
cambi”…
Versione “restaurata”?...NO Grazie!
A questa riforma che serve solamente a depauperare
il nostro potere di scegliere, di votare, di esprimere liberamente: idee,
pensieri, opinioni #iovotono…LiberaMente…Resistenza!