Un attimo,
lo schermo indifferente del mio pc mi segnala nascite e decessi avvenuti in
quell’istante, un battito di ciglia e mentre discuti con un Amico, fautore e
promotore di un “modello Kulturale” GenialMente attuato con “Fiumara d’Arte”,
con “Io sono il fiume Oreto
dell'umanità” e con il “Museo d’Arte
Contemporanea di Librino”, un battito di ciglia e si compie il nostro ciclo della
vita, perché cos’è la nostra umile esistenza rapportata all’eternità?
Hai in Mente
molte domande, ma non riesci a formularle perché Antonio Presti ti precede e
dandoti le risposte ti promuove nuovi interrogativi, il tempo scorre
come il fluire delle parole, che messe insieme formano frasi e concetti, che
come le gocce d’acqua, unite in fiume, raggiungono il mare dell’Umanità.
Il Mecenate
Presti parla dell’attualità, del rapporto tra il pentito Schiavone e la Terra
dei Fuochi, e tra le sue parole giganteggia la figura dell’Uomo Antonio
«le responsabilità sono di tutti noi, che permettiamo che tutto questo
accada, ad iniziare dagli affiliati, che tra Stato e organizzazioni criminali
scelgono quest’ultime e poi non trovano il coraggio di ribellarsi a chi svende
il proprio territorio e il futuro dei loro Figli».
Concettualmente,
per far comprendere l’entità del male con cui il pOTERE schiavizza il Popolo,
ci regala la metafora del calcestruzzo, esemplificazione della perdita
di ogni codice etico, ivi compreso quello legato al sistema mafioso.
«Quando
vendi cemento depotenziato alle famiglie che devono costruire la propria casa,
vendi morte, metti a rischio l’incolumità di ogni singolo elemento di quel
nucleo familiare. Non è più un modo di guadagnare che può entrare nel sistema
etico del codice mafioso, codice che era stato infranto con lo spaccio di morte
nella propria Terra e con la disseminazione sul territorio delle mine rifiuti
tossici. Ma la molla che dovrebbe fare insorgere contro il pOTERE è la mancanza
di rispetto verso la dignità delle persone che lo servono».
La metafora
è racchiusa nelle semplici, emblematiche, parole che ci vengono scandite con
rabbia ma non con rassegnazione: «il valore del cemento sta in quello che
non c’è» una frase che gli fu sarcasticamente appuntata, unitamente ad una
pacca sulla spalla, per dimostrare disappunto verso il perseverare nella sua
scelta di Onestà. Sicuro di non fallire, come un Oracolo, ProfeticaMente, ci
enuncia la visione: «il male re-imploderà su se stesso».
Si succedono
le definizioni di “Arte” e di “Bellezza”. In un’alternanza spazio - temporale
rivediamo la “Fiumara di Tusa”, il “Fiume Oreto”, “Librino”, tre territori, tre
aspetti sociali, un unico problema, un’unica soluzione: ri-generare il Valore universale di Bellezza.
La
dimensione temporale non si ferma e passano le generazioni, riaffiora
l’incertezza legata alla mancanza della Consegna
di Memoria, non avvenendo il passaggio di testimone non può esserci Rigenerazione.
L’incultura
della nostra generazione ha solo spremuto l’immenso Patrimonio Kulturale
lasciato in eredità dai loro Padri, non si intravedono all’orizzonte i passaggi
vitali che chiudano il cerchio necessario alla Consegna di Memoria:
«Restituire, Ringraziare e Rigenerare.
Restituzione di ciò che non è nostro, ma appartiene alla comunità, attraverso
l’adozione e l’applicazione dell’Unico Codice Etico possibile, quello della
Kultura, Ringraziare per tutto ciò che ci è stato donato e che non era dovuto,
al fine di Rigenerare Bellezza, perché se rigeneri Bellezza rigeneri Futuro. È
come un rapporto osmotico che si sviluppa dentro il proprio Io, nella
circolarità si Rigenera. È l’esempio di ognuno di Noi che fa la Differenza.
Restituire, Ringraziare e Rigenerare per Consegnare al Futuro».
La
Ri-nascita è la ricerca dell’equilibrio tra gli Opposti, attualmente
persistiamo in un ciclo di morte, non vi è una chiusura del ciclo della Vita.
Il “Modello
Kulturale” del Mecenate si fonda sulla riappropriazione fisica e sociale del
territorio, l’Uomo appare come soggetto attivo di questo processo, per superare
quelle che definiamo “problematiche culturali” il suo messaggio si è
indirizzato soprattutto ai giovani; «ritengo
che non ci possa essere Rinascita senza Kultura. Come ho dimostrato in 30 anni
di Fiumara la Kultura è una possibile fonte di reddito, può nascere un “Progetto Kultura”, ispirato a questo modello, che implementato localmente,
anche se in una gestione unitaria, può essere alla base per un futuro sviluppo
economico della Sicilia. Fiumara d’Arte è stata identificata come meta
internazionale per il suo Presidio Kulturale. Questa è la risposta politica più
forte che la Kultura poteva dare ai fini di uno sviluppo UniversalMente
riconosciuto. La Kultura, quando si manifesta come modello di sviluppo trova
nel capitale medesimo il suo sistema produttivo, distribuendo economia democratica
collettiva. Un territorio con il proprio valore identitario Rigenera Kultura,
ovvero la propria matrice di Futuro che ridetermina le condizioni per un nuovo
sviluppo del territorio stesso. Riassumendo il ciclo: la Kultura genera
sviluppo, che viene sperperato dalla politica della corruzione, le cui non –
azioni ricadono sul territorio conducendo alla morte dello stesso, che può
ri-nascere solo attraverso una ri-generazione Kulturale. L’esempio è
Motta d’Affermo, non c’è più politica, un
paese di 400 anime in costante spopolamento, la Kultura attraverso la Piramide
di Luce restituisce al territorio il futuro, rigenerando Bellezza».
«La Rinascita (Restituire, Ringraziare e
Rigenerare) è complementare al tramandare Kultura, in questo momento il potere
trasmette morte, morte dell’animo, morte dell’incultura, morte del territorio,
ma solo attraverso la morte può esserci ri-nascita accompagnata da
rigenerazione di Kultura. È un percorso iniziatico che avviene nell’intimità di
ogni Essere e che ha l’Uomo stesso come protagonista, nella definizione del suo
processo di rigenerazione».
Il 12
ottobre 1986 è nata La materia poteva non esserci.
Osserviamo
queste foto, Antonio Presti denunciato per abusivismo, uno schiaffo che
forse solo il tempo potrà cancellare, ricordiamo le battaglie di quei giorni,
per affermare il Giusto sull’apparente giustizia.
Oggi nascono
diverse sensazioni vedendo la contrapposizione tra La materia poteva non
esserci ed il Viadotto Tusa dell’A20 Messina – Palermo.
«Il pilone in calcestruzzo viene
impropriamente definito, all’interno dei computi metrici, un’oPERA d’aRTE,
probabilmente sarà anche realizzato con il famoso cemento depotenziato, se
l’oPERA d’aRTE è organica al sistema è legale, se l’Opera d’Arte non è organica
al sistema ed ha un Differente concetto di Bellezza rischia di essere ritenuta
abusiva».
La Vita del
Mecenate è costellata dalla sublimazione dell’Arte, che si
manifesta con la contemplazione e con l’esaltazione della Bellezza, nelle sue
tante e nella sua Unica forma, e con la successiva meditazione,
Presti non si è mai fermato ad una visione estetico – percettiva della materia,
ma è sempre entrato nella dimensione spirituale, dell’Uomo e della
Bellezza.
«Solo nell’Opera Universale c’è compreso il
Tutto, e se oggi il Tutto deve lottare col nulla, per rigenerarsi deve solo
ricollegarsi al suo Valore Universale».
Ad ogni
equinozio e ad ogni solstizio si rinnova con “Il Rito della Luce” la
spiritualità della Piramide, battezzata il
21 marzo 2010. Antonio Presti la definisce «l’Opera
che sintetizza la coesistenza degli opposti,
questa geometria perfetta rappresenta un invito a meditare sul nostro destino di uomini in lotta tra immanenza e trascendenza, tra
materia e spiritualità, e lancia il monito a non uniformarsi all’appiattimento
morale di una società che, sottomessa alla dittatura del consumismo, ha
smarrito ogni senso di bellezza, ogni ricerca di giustizia», è un lascito testamentario, il monito di un padre al
figlio, le indicazioni alle generazioni future per non ripetere gli errori dei
padri.
Ma Presti che è dentro lo spirito
e al simbolismo figurativo della scultura che si erge in asse perfetto
sul 38° Parallelo, lo stesso sul quale, dall’altra parte del pianeta, passa il
confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, pensa che l’Arte possa essere
dispensatrice di Pace. Nell’attuale conflitto in Siria, è stato gravemente
danneggiato il KraK des Chevaliers, ma il Mecenate ritiene che sia ancor più
grave ciò che accade a Venezia con le navi da crociera, una mercificazione
della Kultura per vile asservimento al potere.
Con il suo Modello
e con il suo esempio di Cittadino della Kultura, Antonio ha
dimostrato che l’Arte risiede in ogni luogo, ha fatto dell’Arte la sua Casa e
la offre ad ogni Viandante.
È stimolante
ascoltare che la forza per essere così DiversaMente Kulturale nasce e
risiede nella valorizzazione della Differenza.
«Tutto ciò che è Differenza oggi ha Valore.
Alla dittatura del potere, che trova nell’omologazione e nell’appartenenza al
nulla la sua anima, si oppone il Differente, tutto ciò che non è omologato, la
Kultura oggi nasce dalla Differenza. La
nostra società ha smarrito ogni senso di bellezza, di dignità e non mi sembra
casuale che in questo momento riaffiorino, come incubi della storia, i conflitti,
le ingiustizie, gli scontri razziali. Quando il potere sceglie come suo valore
la mediocrità, è incapace di progettare il Futuro, trascinando verso il basso
la società del proprio tempo e consegnandola inesorabilmente a uno stato di
implosione emozionale. Ogni Uomo dovrebbe compiere la propria Vita rispetto
alla Conoscenza e agli Opposti. Ti puoi riconoscere solo nel Valore di essere
Unità, è l’Unità il Vero Spirito di Pace che ricollegandosi all’Universale ti
indica la Via. Deve compiersi il processo di destrutturazione della Conoscenza,
di quel valore di essere doppio, che trova nella nascita la genesi e nella
morte la fine. Finito il tempo dell’aggiungere (Conoscenza) l’Uomo si eleva
alla primavera della vita, solo in questa fase, attraverso la disciplina del
togliere si può compiere la Rinascita, solo togliendo si può Rigenerare Kultura».
Lasciamo
spiegare alle parole del Maestro Antonio il senso del suo Saluto di Bellezza: «la trascendenza è di questo mondo, non è
dell’aldilà, è l’Amore della Bellezza che dobbiamo conquistare nella Vita. La
crisi della società è nell’anima, restituendo Amore si ha la rigenerazione
dell’anima, il futuro spirituale non deve passare dalla morte dell’aldilà. Nel
ciclo morte – Vita la Differenza è Valore Kulturale di Ri-generazione».
Non siamo
altro che sassi nel fiume della Vita, Portatori d’acqua al servizio della
Kultura, ognuno svolge il proprio ruolo vivendo l’età dell’avere e quella del
dare, se ne desume che la Kultura non è rappresentata da ciò che si è quando si
nasce, ma da ciò che si diventa.
Veniamo
concepiti come scintille, ognuno LiberaMente sceglierà se: propagare il fuoco
che ri-genera Kultura, oppure spegnersi in attesa che qualcuno lo ravvivi
oppure rinunciare dEFINITIVAmENTE al proprio Essere omologandosi al
non-pensiero.
È
un’evoluzione che nessuno al di fuori dell’individuo stesso potrà concepire,
che conduce attraverso la Conoscenza a non omologarsi ma ad Essere.
Ognuno di
Noi è differenza ed è in questa differenza che l’Uomo e la Kultura si Rigenerano
acquistando Valore. Una sOCIETA’ fondata sull’in-differenza anziché sulla
Differenza, genera l’incultura dell’omologazione nell’apparenza, invece di
Rigenerarsi nel culto della “Devozione alla Bellezza”.