sabato 16 novembre 2013

Differente_Mente

Un attimo, lo schermo indifferente del mio pc mi segnala nascite e decessi avvenuti in quell’istante, un battito di ciglia e mentre discuti con un Amico, fautore e promotore di un “modello Kulturale” GenialMente attuato con “Fiumara d’Arte”, con “Io sono il fiume Oreto dell'umanità” e con il “Museo d’Arte Contemporanea di Librino”, un battito di ciglia e si compie il nostro ciclo della vita, perché cos’è la nostra umile esistenza rapportata all’eternità?


Hai in Mente molte domande, ma non riesci a formularle perché Antonio Presti ti precede e dandoti le risposte ti promuove nuovi interrogativi, il tempo scorre come il fluire delle parole, che messe insieme formano frasi e concetti, che come le gocce d’acqua, unite in fiume, raggiungono il mare dell’Umanità.
Il Mecenate Presti parla dell’attualità, del rapporto tra il pentito Schiavone e la Terra dei Fuochi, e tra le sue parole giganteggia la figura dell’Uomo Antonio «le responsabilità sono di tutti noi, che permettiamo che tutto questo accada, ad iniziare dagli affiliati, che tra Stato e organizzazioni criminali scelgono quest’ultime e poi non trovano il coraggio di ribellarsi a chi svende il proprio territorio e il futuro dei loro Figli».
 

Concettualmente, per far comprendere l’entità del male con cui il pOTERE schiavizza il Popolo, ci regala la metafora del calcestruzzo, esemplificazione della perdita di ogni codice etico, ivi compreso quello legato al sistema mafioso.
«Quando vendi cemento depotenziato alle famiglie che devono costruire la propria casa, vendi morte, metti a rischio l’incolumità di ogni singolo elemento di quel nucleo familiare. Non è più un modo di guadagnare che può entrare nel sistema etico del codice mafioso, codice che era stato infranto con lo spaccio di morte nella propria Terra e con la disseminazione sul territorio delle mine rifiuti tossici. Ma la molla che dovrebbe fare insorgere contro il pOTERE è la mancanza di rispetto verso la dignità delle persone che lo servono».
La metafora è racchiusa nelle semplici, emblematiche, parole che ci vengono scandite con rabbia ma non con rassegnazione: «il valore del cemento sta in quello che non c’è» una frase che gli fu sarcasticamente appuntata, unitamente ad una pacca sulla spalla, per dimostrare disappunto verso il perseverare nella sua scelta di Onestà. Sicuro di non fallire, come un Oracolo, ProfeticaMente, ci enuncia la visione: «il male re-imploderà su se stesso».
Si succedono le definizioni di “Arte” e di “Bellezza”. In un’alternanza spazio - temporale rivediamo la “Fiumara di Tusa”, il “Fiume Oreto”, “Librino”, tre territori, tre aspetti sociali, un unico problema, un’unica soluzione: ri-generare il Valore universale di Bellezza.
La dimensione temporale non si ferma e passano le generazioni, riaffiora l’incertezza legata alla mancanza della Consegna di Memoria, non avvenendo il passaggio di testimone non può esserci Rigenerazione.
L’incultura della nostra generazione ha solo spremuto l’immenso Patrimonio Kulturale lasciato in eredità dai loro Padri, non si intravedono all’orizzonte i passaggi vitali che chiudano il cerchio necessario alla Consegna di Memoria:
«Restituire, Ringraziare e Rigenerare. Restituzione di ciò che non è nostro, ma appartiene alla comunità, attraverso l’adozione e l’applicazione dell’Unico Codice Etico possibile, quello della Kultura, Ringraziare per tutto ciò che ci è stato donato e che non era dovuto, al fine di Rigenerare Bellezza, perché se rigeneri Bellezza rigeneri Futuro. È come un rapporto osmotico che si sviluppa dentro il proprio Io, nella circolarità si Rigenera. È l’esempio di ognuno di Noi che fa la Differenza. Restituire, Ringraziare e Rigenerare per Consegnare al Futuro».


La Ri-nascita è la ricerca dell’equilibrio tra gli Opposti, attualmente persistiamo in un ciclo di morte, non vi è una chiusura del ciclo della Vita.
Il “Modello Kulturale” del Mecenate si fonda sulla riappropriazione fisica e sociale del territorio, l’Uomo appare come soggetto attivo di questo processo, per superare quelle che definiamo “problematiche culturali” il suo messaggio si è indirizzato soprattutto ai giovani; «ritengo che non ci possa essere Rinascita senza Kultura. Come ho dimostrato in 30 anni di Fiumara la Kultura è una possibile fonte di reddito, può nascere un “Progetto Kultura”, ispirato a questo modello, che implementato localmente, anche se in una gestione unitaria, può essere alla base per un futuro sviluppo economico della Sicilia. Fiumara d’Arte è stata identificata come meta internazionale per il suo Presidio Kulturale. Questa è la risposta politica più forte che la Kultura poteva dare ai fini di uno sviluppo UniversalMente riconosciuto. La Kultura, quando si manifesta come modello di sviluppo trova nel capitale medesimo il suo sistema produttivo, distribuendo economia democratica collettiva. Un territorio con il proprio valore identitario Rigenera Kultura, ovvero la propria matrice di Futuro che ridetermina le condizioni per un nuovo sviluppo del territorio stesso. Riassumendo il ciclo: la Kultura genera sviluppo, che viene sperperato dalla politica della corruzione, le cui non – azioni ricadono sul territorio conducendo alla morte dello stesso, che può ri-nascere solo attraverso una ri-generazione Kulturale. L’esempio è Motta d’Affermo, non c’è più politica, un paese di 400 anime in costante spopolamento, la Kultura attraverso la Piramide di Luce restituisce al territorio il futuro, rigenerando Bellezza».


«La Rinascita (Restituire, Ringraziare e Rigenerare) è complementare al tramandare Kultura, in questo momento il potere trasmette morte, morte dell’animo, morte dell’incultura, morte del territorio, ma solo attraverso la morte può esserci ri-nascita accompagnata da rigenerazione di Kultura. È un percorso iniziatico che avviene nell’intimità di ogni Essere e che ha l’Uomo stesso come protagonista, nella definizione del suo processo di rigenerazione».

Il 12 ottobre 1986 è nata La materia poteva non esserci.


 


Osserviamo queste foto, Antonio Presti denunciato per abusivismo, uno schiaffo che forse solo il tempo potrà cancellare, ricordiamo le battaglie di quei giorni, per affermare il Giusto sull’apparente giustizia.




Oggi nascono diverse sensazioni vedendo la contrapposizione tra La materia poteva non esserci ed il Viadotto Tusa dell’A20 Messina – Palermo.
«Il pilone in calcestruzzo viene impropriamente definito, all’interno dei computi metrici, un’oPERA d’aRTE, probabilmente sarà anche realizzato con il famoso cemento depotenziato, se l’oPERA d’aRTE è organica al sistema è legale, se l’Opera d’Arte non è organica al sistema ed ha un Differente concetto di Bellezza rischia di essere ritenuta abusiva».
La Vita del Mecenate è costellata dalla sublimazione dell’Arte, che si manifesta con la contemplazione e con l’esaltazione della Bellezza, nelle sue tante e nella sua Unica forma, e con la successiva meditazione, Presti non si è mai fermato ad una visione estetico – percettiva della materia, ma è sempre entrato nella dimensione spirituale, dell’Uomo e della Bellezza.
«Solo nell’Opera Universale c’è compreso il Tutto, e se oggi il Tutto deve lottare col nulla, per rigenerarsi deve solo ricollegarsi al suo Valore Universale».
Ad ogni equinozio e ad ogni solstizio si rinnova con “Il Rito della Luce” la spiritualità della Piramide, battezzata il 21 marzo 2010. Antonio Presti la definisce «l’Opera che sintetizza la coesistenza degli opposti, questa geometria perfetta rappresenta un invito a meditare sul nostro destino di uomini in lotta tra immanenza e trascendenza, tra materia e spiritualità, e lancia il monito a non uniformarsi all’appiattimento morale di una società che, sottomessa alla dittatura del consumismo, ha smarrito ogni senso di bellezza, ogni ricerca di giustizia», è un lascito testamentario, il monito di un padre al figlio, le indicazioni alle generazioni future per non ripetere gli errori dei padri.



Ma Presti che è dentro lo spirito e al simbolismo figurativo della scultura che si erge in asse perfetto sul 38° Parallelo, lo stesso sul quale, dall’altra parte del pianeta, passa il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, pensa che l’Arte possa essere dispensatrice di Pace. Nell’attuale conflitto in Siria, è stato gravemente danneggiato il KraK des Chevaliers, ma il Mecenate ritiene che sia ancor più grave ciò che accade a Venezia con le navi da crociera, una mercificazione della Kultura per vile asservimento al potere.
Con il suo Modello e con il suo esempio di Cittadino della Kultura, Antonio ha dimostrato che l’Arte risiede in ogni luogo, ha fatto dell’Arte la sua Casa e la offre ad ogni Viandante.
È stimolante ascoltare che la forza per essere così DiversaMente Kulturale nasce e risiede nella valorizzazione della Differenza.
«Tutto ciò che è Differenza oggi ha Valore. Alla dittatura del potere, che trova nell’omologazione e nell’appartenenza al nulla la sua anima, si oppone il Differente, tutto ciò che non è omologato, la Kultura oggi nasce dalla Differenza. La nostra società ha smarrito ogni senso di bellezza, di dignità e non mi sembra casuale che in questo momento riaffiorino, come incubi della storia, i conflitti, le ingiustizie, gli scontri razziali. Quando il potere sceglie come suo valore la mediocrità, è incapace di progettare il Futuro, trascinando verso il basso la società del proprio tempo e consegnandola inesorabilmente a uno stato di implosione emozionale. Ogni Uomo dovrebbe compiere la propria Vita rispetto alla Conoscenza e agli Opposti. Ti puoi riconoscere solo nel Valore di essere Unità, è l’Unità il Vero Spirito di Pace che ricollegandosi all’Universale ti indica la Via. Deve compiersi il processo di destrutturazione della Conoscenza, di quel valore di essere doppio, che trova nella nascita la genesi e nella morte la fine. Finito il tempo dell’aggiungere (Conoscenza) l’Uomo si eleva alla primavera della vita, solo in questa fase, attraverso la disciplina del togliere si può compiere la Rinascita, solo togliendo si può Rigenerare Kultura».
Lasciamo spiegare alle parole del Maestro Antonio il senso del suo Saluto di Bellezza: «la trascendenza è di questo mondo, non è dell’aldilà, è l’Amore della Bellezza che dobbiamo conquistare nella Vita. La crisi della società è nell’anima, restituendo Amore si ha la rigenerazione dell’anima, il futuro spirituale non deve passare dalla morte dell’aldilà. Nel ciclo morte – Vita la Differenza è Valore Kulturale di Ri-generazione».
Non siamo altro che sassi nel fiume della Vita, Portatori d’acqua al servizio della Kultura, ognuno svolge il proprio ruolo vivendo l’età dell’avere e quella del dare, se ne desume che la Kultura non è rappresentata da ciò che si è quando si nasce, ma da ciò che si diventa.
Veniamo concepiti come scintille, ognuno LiberaMente sceglierà se: propagare il fuoco che ri-genera Kultura, oppure spegnersi in attesa che qualcuno lo ravvivi oppure rinunciare dEFINITIVAmENTE al proprio Essere omologandosi al non-pensiero.
È un’evoluzione che nessuno al di fuori dell’individuo stesso potrà concepire, che conduce attraverso la Conoscenza a non omologarsi ma ad Essere.
Ognuno di Noi è differenza ed è in questa differenza che l’Uomo e la Kultura si Rigenerano acquistando Valore. Una sOCIETA’ fondata sull’in-differenza anziché sulla Differenza, genera l’incultura dell’omologazione nell’apparenza, invece di Rigenerarsi nel culto della “Devozione alla Bellezza”.