mercoledì 22 gennaio 2014

RiPensa_Menti


Accade che l’attenzione nel contemplare e nell’apprezzare la “Bellezza” dell’Arte, sia distolta dalla cacofonica voce, intrisa di laconica cadenza dialettale, che sbandiera gli ammonimenti del leone in gabbia, della belva ferita che conscia di aver perso il regno ed i sudditi, prova con le sue dichiarazioni, assimilabili a ordini o direttive, a scuotere gli impauriti affiliati.
Trova la parola e parla, ribadendo a chi non lo ricordasse chi è il capo, o meglio chi è il capo dei capi.
Parole che stridono con la Bellezza di ciò che stavo osservando, la mia Terra.
Parole pensate ed indirizzate a chi le dovrà ascoltare.
Facendo proprie le parole di Fabrizio Moro, è utile esprimere l’orgoglio della propria appartenenza, che è la vera sicilianità, valore inestimabile, deturpato dall’inappropriatezza di chi non rispetta la propria terra ed i propri corregionali.