L'isola di legno...
Lampedusa,
la Sicilia…Isole di legno, zattere che accolgono per poi conquistare.
Un caleidoscopio di suoni
provenienti da ogni parte del mondo. Reduci dal successo del
concerto di Roma alle Terme di Caracalla, con l’originale rilettura della
Carmen di Georges Bizet, i musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio dopo più
di due anni sono tornati in Sicilia con un evento speciale a Castel di Tusa,
nel Messinese. Sabato 28 giugno, alle 20,30, davanti al Museo-albergo Atelier
sul Mare, l’ensemble multi-etnico si è esibito in un concerto promosso dalla
Fondazione Roma-Mediterraneo ed organizzato da Civita Sicilia con BiBa Tour
Srl, grazie alla collaborazione di Antonio Presti.
La serata è stata
dedicata all’album “L’Isola di Legno”, realizzato con l’aiuto del pubblico
all’Auditorium Parco della Musica di Roma nel marzo 2012. Si tratta del lavoro
con cui l’orchestra ha celebrato i dieci anni di attività.
Ma lasciamo che
la serata si racconti con le parole e con gli aneddoti dei suoi protagonisti.
Il tema è quello
del viaggio, dialogo interculturale, perché la Bellezza ha una sola essenza, nella
musica e nell'arte.
L’inizio del viaggio
è un addio alle proprie origini o forse un arrivederci per poi incontrarsi in
un0altra parte del mondo che in fondo sentiamo nostra almeno quanto casa
propria “...quando mi baci apri gli occhi
amore mio..se mi baci chiudi gli occhi...è un addio”
Piazza
Vittorio è una piazza di Roma luogo di ritrovo delle minoranze etniche, il risultato
è che mischiare culture diverse
produce Bellezza.
Sul palco si sono esibiti
tredici musicisti provenienti da sei paesi diversi, qualcuno
purtroppo aveva smarrito il proprio strumento nell’etere, o in qualche
aeroporto siciliano. Un crogiolo di lingue e culture per una serata musicale
dal respiro internazionale. La scaletta è stata arricchita da brani che eterogenei,
in cui la musica ha unito reggae, pop, jazz, folk, musica latina e “colta” in
uno stile cosmopolita che spazia dall’Africa all’Asia, dal Sudamerica
all’Europa. Tra i membri dell’orchestra, sei sono italiani, due arrivano da
Cuba e dal Senegal, poi gli altri da Tunisia, Argentina e Ecuador. Insomma, un
vero e proprio melting pot musicale, frutto di un lavoro corale che dura ormai
da anni e che ha portato l’Orchestra di Piazza Vittorio ad esibirsi nei paesi
di tutto il mondo.
I brani sono pezzi di vita
degli artisti, l'isola di legno è una canzone che racconta di
un popolo lontano che decide di lasciare il proprio paese e sale su una zattera
di legno, ma si trova così bene su questa zattera che decide che questo è il
luogo ideale dove vivere per cui decide di restare per tutta la vita sulla
zattera.
“L’Isola di Legno è la
terra promessa, il
luogo dove i sogni si realizzano, la patria condivisa da uomini e donne che vengono
da ogni parte del mondo”. Così il direttore dell’Orchestra di Piazza Vittorio,
Mario Tronco, spiega il significato del disco. “Il disco – prosegue Tronco – è
la fotografia del nostro percorso musicale sulla forma canzone. I musicisti
sono autori ed interpreti di queste canzoni, che parlano di loro e che
assomigliano a loro. L’orchestra, dunque, celebra due aspetti fondamentali: il
viaggio e l’incontro. L’incontro di musicisti e dei loro repertori, portatori
tutti di una propria cultura e tradizione musicale, e il viaggio dell’orchestra
per strade nuove, in Italia e nel mondo”.
L’Orchestra di Piazza
Vittorio ha unito sacralmente la propria vitalità con il
percorso di rigenerazione ideato a Castel di Tusa da Antonio Presti, grazie
alla Fondazione Roma-Mediterraneo, che dal 2008 si prefigge lo scopo di
promuovere lo sviluppo economico e sociale, la formazione, nonché l’arte ed il
dialogo interculturale dei paesi del Mediterraneo.
In altri casi è
stata l’armonia a dimostrare l'inutilità delle parole quando la baroccheggiante
sinfonia è collegata con un filo diretto alla poesia, ad esaltazione della
bellezza dell'essere musica.
Nasce
l’interpretazione in wolof del flauto magico di Mozart, perché l’artista si è
stufato di suonare musica etnica e decide di voler cantare Mozart.
Ed
Ernesto il Principe che non sa cantare perché è un percussionista, ma che
quando si è innamorato ha perso la parola ed ha iniziato a fischiare
Religione
ed etica in parole e musica, la vera religione è l’amore perché si può sempre perdonare al nemico, perché si può amore anche se
non sei corrisposto.
Non
c'è storia, non c'è favola che non finisca con una Regina e d’incanto
appare Maria Laura Marturana.
Ed è il momento
del bis, viene raccontata una favola...una storia alla rovescia...l’autore si
domanda cosa sarebbe successo se Dio fosse stato nero...tutto sarebbe cambiato, il Papa, il Presidente, persino la Monnalisa.
Sembra tutto finito ma il
Presidente della Fondazione Roma-Mediterraneo, Emmanuele Francesco Maria
Emanuele richiama tutti sul palco e spiega “ho fortemente voluto l’Orchestra di Piazza
Vittorio, per questo evento di inizio estate, in uno dei luoghi
della mia Sicilia che più amo, l’Art Hotel di Fiumara d’Arte di Antonio Presti”.
“L’essenza di questa
compagine di musicisti, – prosegue il Presidente Emanuele – è
la concreta espressione del sogno che ha ispirato, nel 2008, la nascita della
nostra istituzione: un insieme di artisti provenienti da tutto il mondo, che
hanno trovato nella musica la via per il loro riscatto sociale ed anche la
maniera privilegiata di dar vita ad uno scambio proficuo di storie, esperienze,
culture differenti, tutte sfociate in nuove forme melodiche, in composizioni
originalissime e mai uguali. Ed il tema del viaggio e della terra straniera,
leit motiv del concerto ‘L’Isola di Legno’, è il tema che ispira l’azione della
Fondazione Roma-Mediterraneo: l’apertura verso i Paesi a noi limitrofi del Sud
del Mondo, l’incontro tra popolazioni diverse ma con un’antica tradizione
comune”.
Il mondo è uno
siamo tutti figli di una grande madre, di una grande terra. La sacralità
dell'incontro tra territorio e artisti. Incontro della Bellezza, tra due realtà:
l'orchestra di piazza Vittorio ed Antonio Presti.
L'isola
di legno è la nostra isola, noi siamo il sale della terra, la Sicilia è
un'isola che deve strutturarsi per non vedere emigrare i propri figli, la
Sicilia è l'isola di legno, il luogo felice, é la terra della bellezza, della
convivenza, della comprensione, dell'amore reciproco. La Sicilia è la terra
dell'esempio.
Infine il
Presidente tributa un riconoscimento ad Antonio che ha vivificato un territorio,
che è diventato un esempio per vivificare la Sicilia e per indicare la strada dell’accoglienza
e della rinascita all'Europa.
Ritornano le note e ricordando Caravan petrol di Carosone, com si bellu a cavall a stu camello…
Una
riflessione: A cosa servono le parole se la musica e l’arte hanno già detto
tutto.