domenica 29 giugno 2014

Vivifica_Mente


L'isola di legno...
Lampedusa, la Sicilia…Isole di legno, zattere che accolgono per poi conquistare.
Un caleidoscopio di suoni provenienti da ogni parte del mondo. Reduci dal successo del concerto di Roma alle Terme di Caracalla, con l’originale rilettura della Carmen di Georges Bizet, i musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio dopo più di due anni sono tornati in Sicilia con un evento speciale a Castel di Tusa, nel Messinese. Sabato 28 giugno, alle 20,30, davanti al Museo-albergo Atelier sul Mare, l’ensemble multi-etnico si è esibito in un concerto promosso dalla Fondazione Roma-Mediterraneo ed organizzato da Civita Sicilia con BiBa Tour Srl, grazie alla collaborazione di Antonio Presti.

La serata è stata dedicata all’album “L’Isola di Legno”, realizzato con l’aiuto del pubblico all’Auditorium Parco della Musica di Roma nel marzo 2012. Si tratta del lavoro con cui l’orchestra ha celebrato i dieci anni di attività.
Ma lasciamo che la serata si racconti con le parole e con gli aneddoti dei suoi protagonisti.


Il tema è quello del viaggio, dialogo interculturale, perché la Bellezza ha una sola essenza, nella musica e nell'arte.
L’inizio del viaggio è un addio alle proprie origini o forse un arrivederci per poi incontrarsi in un0altra parte del mondo che in fondo sentiamo nostra almeno quanto casa propria “...quando mi baci apri gli occhi amore mio..se mi baci chiudi gli occhi...è un addio
Piazza Vittorio è una piazza di Roma luogo di ritrovo delle minoranze etniche, il risultato è che mischiare culture diverse produce Bellezza.


Sul palco si sono esibiti tredici musicisti provenienti da sei paesi diversi, qualcuno purtroppo aveva smarrito il proprio strumento nell’etere, o in qualche aeroporto siciliano. Un crogiolo di lingue e culture per una serata musicale dal respiro internazionale. La scaletta è stata arricchita da brani che eterogenei, in cui la musica ha unito reggae, pop, jazz, folk, musica latina e “colta” in uno stile cosmopolita che spazia dall’Africa all’Asia, dal Sudamerica all’Europa. Tra i membri dell’orchestra, sei sono italiani, due arrivano da Cuba e dal Senegal, poi gli altri da Tunisia, Argentina e Ecuador. Insomma, un vero e proprio melting pot musicale, frutto di un lavoro corale che dura ormai da anni e che ha portato l’Orchestra di Piazza Vittorio ad esibirsi nei paesi di tutto il mondo.
I brani sono pezzi di vita degli artisti, l'isola di legno è una canzone che racconta di un popolo lontano che decide di lasciare il proprio paese e sale su una zattera di legno, ma si trova così bene su questa zattera che decide che questo è il luogo ideale dove vivere per cui decide di restare per tutta la vita sulla zattera.
“L’Isola di Legno è la terra promessa, il luogo dove i sogni si realizzano, la patria condivisa da uomini e donne che vengono da ogni parte del mondo”. Così il direttore dell’Orchestra di Piazza Vittorio, Mario Tronco, spiega il significato del disco. “Il disco – prosegue Tronco – è la fotografia del nostro percorso musicale sulla forma canzone. I musicisti sono autori ed interpreti di queste canzoni, che parlano di loro e che assomigliano a loro. L’orchestra, dunque, celebra due aspetti fondamentali: il viaggio e l’incontro. L’incontro di musicisti e dei loro repertori, portatori tutti di una propria cultura e tradizione musicale, e il viaggio dell’orchestra per strade nuove, in Italia e nel mondo”.


L’Orchestra di Piazza Vittorio ha unito sacralmente la propria vitalità con il percorso di rigenerazione ideato a Castel di Tusa da Antonio Presti, grazie alla Fondazione Roma-Mediterraneo, che dal 2008 si prefigge lo scopo di promuovere lo sviluppo economico e sociale, la formazione, nonché l’arte ed il dialogo interculturale dei paesi del Mediterraneo.
In altri casi è stata l’armonia a dimostrare l'inutilità delle parole quando la baroccheggiante sinfonia è collegata con un filo diretto alla poesia, ad esaltazione della bellezza dell'essere musica.
Nasce l’interpretazione in wolof del flauto magico di Mozart, perché l’artista si è stufato di suonare musica etnica e decide di voler cantare Mozart.
Ed Ernesto il Principe che non sa cantare perché è un percussionista, ma che quando si è innamorato ha perso la parola ed ha iniziato a fischiare
Religione ed etica in parole e musica, la vera religione è l’amore perché si può sempre perdonare al nemico, perché si può amore anche se non sei corrisposto.
Non c'è storia, non c'è favola che non finisca con una Regina e d’incanto appare Maria Laura Marturana.
Ed è il momento del bis, viene raccontata una favola...una storia alla rovescia...l’autore si domanda cosa sarebbe successo se Dio fosse stato nero...tutto sarebbe cambiato, il Papa, il Presidente, persino la Monnalisa.
Sembra tutto finito ma il Presidente della Fondazione Roma-Mediterraneo, Emmanuele Francesco Maria Emanuele richiama tutti sul palco e spiega “ho fortemente voluto l’Orchestra di Piazza Vittorio, per questo evento di inizio estate, in uno dei luoghi della mia Sicilia che più amo, l’Art Hotel di Fiumara d’Arte di Antonio Presti”.
L’essenza di questa compagine di musicisti, – prosegue il Presidente Emanuele – è la concreta espressione del sogno che ha ispirato, nel 2008, la nascita della nostra istituzione: un insieme di artisti provenienti da tutto il mondo, che hanno trovato nella musica la via per il loro riscatto sociale ed anche la maniera privilegiata di dar vita ad uno scambio proficuo di storie, esperienze, culture differenti, tutte sfociate in nuove forme melodiche, in composizioni originalissime e mai uguali. Ed il tema del viaggio e della terra straniera, leit motiv del concerto ‘L’Isola di Legno’, è il tema che ispira l’azione della Fondazione Roma-Mediterraneo: l’apertura verso i Paesi a noi limitrofi del Sud del Mondo, l’incontro tra popolazioni diverse ma con un’antica tradizione comune”.


Il mondo è uno siamo tutti figli di una grande madre, di una grande terra. La sacralità dell'incontro tra territorio e artisti. Incontro della Bellezza, tra due realtà: l'orchestra di piazza Vittorio ed Antonio Presti.
L'isola di legno è la nostra isola, noi siamo il sale della terra, la Sicilia è un'isola che deve strutturarsi per non vedere emigrare i propri figli, la Sicilia è l'isola di legno, il luogo felice, é la terra della bellezza, della convivenza, della comprensione, dell'amore reciproco. La Sicilia è la terra dell'esempio.
Infine il Presidente tributa un riconoscimento ad Antonio che ha vivificato un territorio, che è diventato un esempio per vivificare la Sicilia e per indicare la strada dell’accoglienza e della rinascita all'Europa.
Ritornano le note e ricordando Caravan petrol di Carosone, com si bellu a cavall a stu camello…
Una riflessione: A cosa servono le parole se la musica e l’arte hanno già detto tutto.