Pubblichiamo un racconto breve sul significato della Vita.
«Mamma, il taxi?».
Lui è preoccupato, Lei viaggerà da sola.
«La valigia?».
Un sorriso accoglie il tono inquieto di quelle parole:
«Tranquillo».
Il citofono interrompe la
conversazione: «È arrivato, ci vediamo in aeroporto».
L’uomo: «Questa valigia è
leggerissima»; la donna stizzita: «Poche cose. Dove andrò non mi serve altro».
Viaggio lungo, monotono. Il cielo
cupo, prettamente invernale, preannuncia una serata fredda.
Tra qualche giorno nascerà
Davide, il primo nipotino. Il calore dei pensieri arrossa le sue guance.
Il bagaglio scorre, come la vita.
Sull’implacabile monitor appare la scatola, vuota.
Uno sguardo ai documenti:
«Signora, per favore può aprire la valigia?»; la donna imbarazzata procede con
risolutezza.
«Mi scusi, perché viaggia con un
bagaglio vuoto?» Lei sottace la risposta e indicando il diario dice: «C’è tutto
ciò che mi serve».
Un ultimo appunto e il taccuino è
riposto. L’attesa per il decollo si rivela la più dolce nenia.
Partenza, volo, atterraggio.
Nascita, vita, morte.
La sirena spiegata dell’ambulanza
è inseguita dallo sguardo di chi attende.
La serata è fredda, molto fredda.
Il bagaglio, dimenticato nel
caos, viene riconsegnato.
«Caro, c’è un fattorino con la
valigia di tua Mamma».
Leggera, tipico di una donna che
ha sempre badato all’essenziale.
Il clic dello scatto riempie la
stanza. Il bimbo piange, poi sorride.
Dal diario affiora ripiegato un
foglio azzurro:
Per Davide
Ti dono i miei ricordi e i miei sogni. Rammenta sempre chi sei per
capire dove andrai. Un bacio.