lunedì 14 ottobre 2013

InKulturazione e incultura



Kultura con la












perché la Kultura ha le gambe lunghe, perché la Kultura è Verità, in contrapposizione alle bugie, che come è risaputo hanno le gambe corte, ma nel linguaggio d’uso comune in maniera inopportuna si abusa del termine Cultura ed esiste persino la cultura della bugia, la cultura del sospetto, ma non sarebbe appropriato esprimersi dicendo dall’incultura della bugia, dall’incultura del sospetto.
Un processo di massificazione travestito da inconsapevole accessibilità prova a sostituire l’inKulturazione con l’incultura.
Il processo di trasmissione della Kultura da una generazione all'altra, ovvero l’inKulturazione, comprensiva della parte complementare rappresentata dalla socializzazione dell’individuo tramite l’apprendimento del patrimonio Kulturale (lingua, educazione in ambito familiare, tradizione, regole di comportamento, educazione sessuale, gli aspetti ludico-ricreativi, danze, cerimonie, la memorizzazione dei racconti degli anziani, società segrete e di culto, iniziazione) viene sostituito dal trasferimento dell’incultura.
La Kultura ricomprende tutti gli sviluppi delle Civiltà, l’incultura fagocita i processi regressivi generati dall’assenza di Kultura.
Gli ultimi, reiterati, accadimenti del canale di Sicilia, sono il frutto dell’incultura generalizzata di una società che disorientata si involve smarrendo l’accezione di dignità.

Ho gettato il sasso nello stagno,

ma son qui, non nascondo la mano.

Nel mare dell’indifferenza

solo i relitti restano a galla.

Lo stagno rappresenta il “non fare” di chi ha il potere di “fare” e che si trincera dietro sterili polemiche per non decidere. Non nascondere la mano è l’assunzione di responsabilità che ogni Uomo dovrebbe assumersi nel non accettare il “non fare”.
Il mare dell’indifferenza descrive il luogo reale oggetto della tragedia e l’indifferenza di coloro che hanno continuato a fare jogging tra i cadaveri o a fare il bagno a pochi metri dalle bare, al contempo denuncia il perbenismo che pervade gli ipocriti, che fermano all’apparenza la loro disapprovazione.
I relitti sono Uomini e Donne, privati della loro dignità. Restare a galla equivale a salvarsi, ma contemporaneamente a vivere nella perenne reminiscenza di quei momenti.