giovedì 24 ottobre 2013

FraMMenti



Ho sempre avuto al curiosità di vedere "al di là del muro", sicuro che qualsiasi cosa si celi dietro il non conosciuto, persino l’imponderabile, non può scalfire gli Ideali di chi Crede e non pensa.
Leggendo tra le pagine dei vari dizionari, strumenti atti a confortare la conoscenza, ho scoperto come spesso si associano disordinatamente i termini iDEALmENTE e IdealisticaMente, fra le tante assonanze ho riscontrato quella con i termini immaginariamente e immaterialmente.
Una delle poche certezze della sOCIETA’ è che l’Utopia è qualcosa tanto bella quanto irrealizzabile, sono convinto che l’Utopia sia sempre a portata di mano, solo la miopia della nostra iNCULTURA non ci permette di calcolarne le esatte distanze.





Così tra confusione ed assonanza di termini la Mente rievoca il fanciullesco Don Chisciotte della Mancia, una delle tante Opere Letterarie non Comprese in gioventù e riscoperte nel tempo, quando alla bramosia della lettura si è unita l’arte della Conoscenza.
Misurarsi con Don Chisciotte, nelle sue forme letterarie, artistiche e musicali, significa misurarsi con la forza dei propri ideali, capire che in alcuni casi dietro l’immaginario si cela la difesa dell’Idealismo e che il realismo mal digerisce la Giustizia.

Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il “male” ed il “potere” hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?

El ingenioso hidalgo Don Quixote de la Mancha, è il titolo del capolavoro di Miguel de Cervantes, Don Chisciotte non è solo la parodia dei romanzi epici medioevali, ma rappresenta il tentativo dell’autore di opporsi al materialismo e al tramonto degli ideali derivante dall’inadeguatezza degli iNTELLETTUALI dell’epoca.
La sua lucida follia, la delirante confusione tra realtà e immaginazione sono gli indicatori di una costante ed insaziabile sete di Giustizia.



Ogni qualvolta un Uomo, sospinto dai propri Ideali, si batte contro le convenzioni e contro le ingiustizie, rinasce Don Chisciotte, la Grandezza dei Valori induce a lottare senza temere di essere sconfitto.
L’atteggiamento PazzaMente anticonformista identifica la caratteristica predominante del Cavaliere Don Chisciotte, nelle sue Imprese l’Idealismo, filosofia di pensiero e di vita, cozza con il materiale realismo di Sancho Panza, ma nella disavventura e nell’immaginario, le correnti si fondono, per unirsi in un unico pensiero:

Il “potere” è l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:
siamo i “Grandi della Mancha”,
Sancho Panza... e Don Chisciotte!

Il Cavaliere errante, da tutti creduto pazzo, e il fido scudiero testimone delle stravaganze del proprio padrone, ribaltano così i termini della loro disfida, le apparenti follie diventano consapevole ricerca di giustizia.
L'Equità e gli Ideali sono l’Utopia odierna, forse perché spesso dietro una faccia pulita si nascondono mani sporche, mani sporche che sorreggono il mONDO.



Anche Chi era nato per difendere, con i propri Ideali, la Giustizia, con il tempo e con l’esposizione delle debolezze alle tentazioni del materialismo, ha smarrito la Via Maestra.

NaturalMente al Don Chisciotte di Francesco Guccini associo la visione nella nebbia di Luci a San Siro di Roberto Vecchioni, così anche chi è animato da Grandi Valori, può ritrovarsi a soggiacere alla compiacenza.

Ma il tempo emigra mi han messo in mezzo
non son capace più di dire un solo no

Ho trovato la Coscienza dell’Idealismo e del realismo in queste parole:

Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni
che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
tanto che importa a chi le ascolta
se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?
Fatti pagare, fatti valere
più abbassi il capo più ti dicono di si
e se hai le mani sporche che importa
tienile chiuse e nessuno lo saprà.

Perché dare delle giustificazioni se nessuno le chiede o se nessuno vuole sapere?
Perché porsi delle domande se la nostra società è fondata sull’accondiscendenza e sul profitto, figli dell’incultura del materialismo?